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VI parete

VII parete

A.Zanchi:Il voto della Magnifica Comunità Atestina

Version: 1.0
(maggio 2020)

La navata

(4/4)

Alla settima parete, che è anche la prima a sinistra dell’altare, l’arcone è occupato dalla Natività di Gesù, immersa in un particolare effetto di luce notturna. La Sacra Famiglia tra angeli adoranti in basso, la colomba nell’aria e il Padre Eterno in alto. La tela non è firmata. Nei registri di contabilità, al 5 dicembre 1704, è segnato che un Tomaso Formenti pittore in Venezia doveva avere lire venete 706: 16 per un quadro grande; ma non è precisato se questa sia l’opera commissionata ed eseguita. I due apostoli in alto sono: S. Matteo evangelista, seduto con le gambe incrociate mentre sostiene un libro aperto e guarda leggermente indietro, S. Giacomo maggiore con libro aperto sulle ginocchia ed un coltello simbolo del martirio. In basso le due tele dello Zanchi: Agar con Ismaele nel deserto e Rachele al pozzo con Giacobbe. Agar appoggiata ad un masso indica il luogo dal quale, per volontà di Sara, è stata discacciata da Abramo; in primo piano a destra è il bambino Ismaele di cui l’angelo aveva annunciato la nascita; in alto un angelo conforta l’esule. Rachele da sinistra versa l’acqua a Giacobbe con la ciotola in mano; dietro altre donne e la testa di un cammello. La statua della nicchia raffigura Santa Giustina protomartire della chiesa padovana. Al centro del basamento un rilievo in marmo Carrara ritrae la Madonna della Salute con lo scapolare del Carmine, come appare nell’affresco riquadrato sopra l’altare. Sotto il cornicione alto della navata, dal quale parte la cupola, un fregio di otto tele con decorazioni e fiori gira tutto intorno; molto probabilmente fu voluto ed eseguito dallo Zanchi con lo scopo di legare maggiormente tutto il ciclo pittorico. In sintesi, la serie dei dodici Apostoli e dei quattro dottori della Chiesa compone un ciclo di sedici tele tutte dello Zanchi; i dipinti più ampi al centro degli arconi descrivono cinque episodi più salienti della vita di Maria e sopra le due porte laterali due momenti della costruzione della chiesa; i quadri più in basso — sei — traggono dalle figure femminili dell’Antico Testamento quei personaggi che dalla Chiesa vengono proposti quali prefigurazioni della Madre di Dio: Ester, la madre di Salomone, Giuditta, Giaele, Agar e Rachele. A completare gli spazi sono stati inseriti due episodi: la visita a Elisabetta e la fuga in Egitto. Altri tre fatti: la nascita e la morte di Maria e l’adorazione dei Magi sono infine rappresentati nelle tele del presbiterio. Le statue, di poco pregio artistico, raffigurano i quattro Santi protettori della Diocesi di Padova: Prosdocimo, Antonio, Daniele e Giustina. Forse in origine le nicchie erano state ricavate per porvi altre sculture; la sistemazione delle attuali risale alla fine del secolo scorso e poco si intona con l’arte di tutto il tempio. Tuttavia si può anche convenire che è stato più decoroso l’avervi collocato personaggi della storia ecclesiastica della provincia piuttosto che lasciare le nicchie vuote del tutto. Il pavimento della navata è stato rifatto nel 1938 con i riquadri di pietra veronese tolti dal pavimento vecchio di due secoli del Duomo. I banchi in noce portano il nome del donatore della famiglia estense Venturini.