Menu:

Galleria

A.Zanchi: Autoritratto (particolare)

Version: 1.0
(maggio 2020)

Gli artisti

(1/4)

Dal punto di vista artistico il piccolo Tempio è quasi una pinacoteca del pittore Antonio ZANCHI, il maggiore fra gli artisti che nella storia di Este si sono dedicati al colore. Egli nacque qui nel 1631 ed era giovanetto negli anni in cui questa chiesa fu eretta. La famiglia Zanchi proveniente dal bergamasco non apparteneva al rango dei nobili; tuttavia non era neppure di modestissime condizioni se il fanciullo, dimostrando inclinazione per la pittura, fu avviato in Este presso il bresciano Petrali che teneva scuola di disegno. Le notizie biografiche dicono che in giovane età egli passò a Venezia, nella ‘bottega’ del pittore romano Francesco Ruschi famoso al suo tempo per la rielaborazione delle linee artistiche del grande Paolo Veronese. Il Ruschi esercitò su di lui una influenza notevole e gli deve essere stato maestro per tante cose, affinandogli l’ingegno e aprendogli la mente nel campo culturale. Alla morte del Ruschi il nostro Zanchi guardò con interesse alla scuola bolognese resa allora celebre dai Carracci, dal Guercino e dal Reni. A 27 anni eseguì, sullo stile del Tintoretto, il grande dipinto ‘la pestilenza del 1630’ che ancora si ammira sullo scalone della Scuola Grande di S. Rocco a Venezia, accanto alle opere del Tiziano e dello stesso Tintoretto. Nella seconda metà del 1600, nel periodo che fu definito del ‘manierismo’, la bottega del nostro Zanchi in Venezia si impose alla considerazione dei ricchi patrizi, dei potentati stranieri e delle grosse comunità religiose. Le commissioni di pitture sia da cavalletto che da grandi composizioni gli piovvero da ogni parte. Poco più che cinquantenne, erano già state catalogate di lui oltre 150 tele sparse in Venezia, a Padova, a Treviso, a Vicenza e nelle altre città del dominio veneto fino all’Istria. I suoi dipinti si trovano anche a Milano, a Genova, a Loreto, a Roma, nella Baviera tedesca, a Dresda e alcuni nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Ai suoi tempi fu considerato ‘pittor celebre’ e da qualche critico tenuto in conto ‘di Tiziano del diciasettesimo secolo’. I biografi lo descrissero virtuoso e modesto, doti che gli valsero l’alta stima dei Principi, ed anche ‘di animo altero e fermo in sostener gli attacchi e le traversie della vita’. In Venezia gli fu accanto il fratello Silvestro, che conservava molti quadri del nostro artista. Sposò una prima volta Oliva Mainardi che morì lasciandolo con figli piccoli; si risposò e dai due matrimoni ebbe quattro figli e cinque figlie. Solo uno, Giuseppe, continuò senza eccessiva fama la ‘bottega’ del padre.