L'oratorio
La chiesa della Beata Vergine della Salute era detta nei tempi passati anche ‘Madonna dei miracoli’ per i numerosi prodigi verificatisi sul posto prima della costruzione dell’edificio, e anche ‘Madonna di fuora’ perché allora si trovava in mezzo ai broli, fuori delle mura cittadine.
Ora è l’incrocio di quattro strade, quasi un’isola spartitraffico per il movimento degli automezzi che le girano intorno.
L’ingresso principale si apre a occidente, sulla via G. B. Maganza che conduce al cimitero maggiore. Al tempo dell’erezione della chiesa non era quella una strada importante, ma forse i preposti comunali vollero in quel lato l’entrata per dare un collegamento della contrada di S. Pietro, che giungeva fino al Pozzetto, con la strada della Fossa Carrarese, ora via Augustea. La spoglia facciata ha solo un portale di pietra bianca che abbellisce alquanto il prospetto.
Più importante era considerato l’ingresso sul fianco settentrionale che ha un portale quasi eguale a quello del prospetto: sopra il portale infatti sono murate le lapidi che ricordano la costruzione della chiesa. La via che si diparte da quel punto era la prosecuzione medioevale di S. Pietro; ma ai tempi dell’innalzamento dell’edificio prese il nome di Via Salute che le rimane ancor oggi. S. Pietro è rimasto solo un tratto della strada più a Nord.
La denominazione di Via Salute porta anche la strada che parte dal fianco meridionale della chiesa e che si innesta al Pozzetto con la vecchia Via Settabile. Era una volta uno stretto vicolo tra gli orti e su quella facciata non ci sono abbellimenti architettonici.
Più recente — costruito nel 1935-36 — è il viale Vincenzo Pellesina che collega la parte absidale della chiesa con la via S. Fermo. Il breve tratto era tutto orti e giardini per le case padronali dei dintorni; ora è diventato il collegamento più diretto e più rapido con il centro della città.
Durante questi ultimi anni sono sorte nella località numerose case che costituiscono il quartiere della Salute, così denominato dalla chiesa che ne forma il centro topografico.
Il tempio non è un edificio di vaste dimensioni, ma è singolare e attraente per la sua pianta ottagonale, per i due campanili pure ottagonali e per i dipinti che ricoprono le pareti interne. La navata unica riceve luce da sei finestre semicircolari che corrispondono alle pareti, sopra il cornicione; le altre due pareti non hanno fori perché sono in corrispondenza con i due campanili.
Al centro della cupola si eleva un cupolino o lanterna, ottagonale finestrato che manda altra luce all’interno. Dalla sommità pende un lampadario in legno dorato.
La parete interna di fronte all’ingresso principale è aperta per l’altare e per gli accessi al coro e alle sacrestie.
Tutte le pareti sono rivestite di dipinti per la maggior parte eseguiti appositamente per l’oratorio dal pittore estense Antonio ZANCHI al tempo della sua piena maturità artistica, attorno al 1700.