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Veduta del quartiere della Salute

Version: 1.0
(maggio 2020)

Le sacrestie

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La porta ricavata in questa parete conduce in due locali simmetrici a quelli di sinistra, con funzioni più proprie di sacrestie. Nella prima sala gli armadi contengono vecchi paramenti sacerdotali, oggetti e libri pertinenti alla liturgia; è il locale dei chierichetti e del sacrista. Alle pareti sono esposti alcuni quadri. Ritratto di Gio.Antonio Capovino, tela seicentesca di cm. 80 x 70; il volto a sinistra, sotto la mano destra un libro, la mano sinistra indica l’immagine della Madonna della Salute riprodotta a fianco all’altezza della testa, una iscrizione di base. Il personaggio veste di scuro con decorazioni in ermellino. E’ il Capovino primo benefattore dell’oratorio. Ritratto di Stefano Capovino, tela di cm. 90 x 80, datata 1683. Sul fondo a drappo il volto è marcato da folte sopracciglia e baffi; il vestito nero è ornato da un colletto bianco e da polsini bianchi a campanella. In alto una riproduzione della Madonna della Salute a cui fa piedestallo una forte scritta. E’ il nipote ed erede del primo Capovino. La Pietà è una tela seicentesca di cm. 80 x 65, di buona fattura, forse della scuola dello Zanchi. In un armadio sono contenuti a mo’ di quadretto due documenti dell’epoca. Per una scaletta ricavata nello spessore dei muri si può salire ad un piccolo vano superiore dove è murata la vecchia cassaforte metallica conservatrice un tempo delle argenterie; più in alto si va al cornicione della navata e alla torre detta ‘del forte’. La seconda sacrestia è il posto più proprio e riservato ai sacerdoti e alla preparazione delle funzioni sacre. Nel cassettone sono contenuti i paramenti, i messali e altri oggetti per l’uso liturgico attuale. Alle pareti sono alcuni dipinti di dimensioni ridotte. Tela ovale (cm. 95 x 70) Gesù Bambino, S. Gaetano da Thiene e la Madonna. Il modellato è forte, ben curata la linea compositiva ovale e chiaramente condotto in ogni particolare. Il dipinto è del XVIII secolo e sovrastava un antico altare dedicato al Santo, registrato in una visita vescovile del 1813, poi levato dalla navata. La Cena di Emaus è una tela (cm. 90 x80), attribuita ad un Sebastiano Maschera di Este 1702, il cui nome e la data sarebbero stati segnati un tempo sul retro del quadro. Sarebbe questo l’unico lavoro del pittore di cui si ignorano altri particolari. La composizione che si muove su linee classiche è abbastanza piacevole. Il Redentore e Santi è un dipinto settecentesco (cm. 115 x 85): il Cristo risorto in alto con la croce e cherubini; in basso cinque Santi e un angelo che sorregge S.Teresa. Il dipinto è ben condotto ed è provvisto di una bella cornice intagliata e dorata. Vescovo che dà un pane ad un povero inginocchiato accanto ad un elmo: piccola tela (cm. 50 x 22) di tipo classico cinquecentesco condotta con una certa finezza anche di particolari. Giro di angeli con corona di stelle, tela di cm. 40 x 40, probabilmente riproduzione di un dettaglio di dipinto eseguita a scopo di studio. Il lavoro pare condotto con una certa capacità. Tra i mobili di cui era fornita questa sacrestia appartiene alla chiesa uno scrittoio in noce con pregevoli lavori ad intarsio e artistica linea quasi rococò del Settecento; per il suo valore è meglio custodito nello stesso ufficio del Sindaco in palazzo municipale. Sul pavimento a terrazzo veneziano si rileva lo stemma del Comune di Este con la data 1853. Dalla sacrestia una porta conduce anche al coro che è un locale quasi disadorno, costruito nel 1903 per isolare meglio lo stesso altare ai lati del quale sono due passaggi per il presbiterio e per collegare tra loro i vani addossati ai due campanili. Alle pareti sono esposti altri quadri di medie dimensioni. La Crocifissione, tela seicentesca (cm. 105 x 85) con bella cornice intagliata e dorata. La composizione si apre a V nel cui centro è piantata la croce. Le pie donne, una a destra e tre a sinistra con la Madonna sostenuta da una di esse, seguono una composizione ad arco rovesciato. Sullo sfondo vari personaggi, cavalieri ed uno scorcio di città. Il Cristo pendente dalla croce è ben studiato anatomicamente. Tutto il dipinto è condotto con particolare vivacità, competenza e con intensità di colore e forza di modellato.