Prefazione
Siamo appena entrati nel terzo millennio, che i miei ricordi di bambino vedevano così lontano, che già sento la nostalgia del "caro 1900". C'è qualcosa in quelle due cifre <19> che mi evoca sensazioni familiari, rassicuranti, ma al tempo stesso stimolanti. Sono sensazioni di casa, di poche cose, di un territorio finito, limitato, esplorato, conosciuto. Quelle poche cose "dovevano bastare" ed ora so che non solo sono bastate, ma che ne ho ricevute perfino in abbondanza. Ora, mossi i primi passi nel nuovo millennio tanto atteso, sento il bisogno di guardarmi indietro e di legarmi a questo <19> con corde solide, con radici profonde, con ricordi vivi e rigeneranti: ed il ponte verso questo passato è rappresentato dalla riscoperta lettura di questo libro. Mosaico Atestino, sotto forma di racconti apparentemente slegati, è un affresco che ritrae l'ultima parte di questo secolo 900. Nel suo fluire scandisce l'arco di un anno non secondo il calendario solare, ma con il ritmo degli eventi di una cittadina di provincia come Este. Un paese della "bassa padovana" in bilico tra il suo passato ed il suo futuro, che si nutre più del primo che non del secondo: ma che in fondo non sbaglia. Le diverse tessere che compongono il mosaico narrano di situazioni vissute dall'autore in prima persona e dipinte con uno stile oggi considerato forse un po' aulico e pomposo, ma che lascia trasparire la passione ed il trasporto per quelle semplici situazioni. Si susseguono descrizioni di luoghi, eventi, ricorrenze e personaggi tutti legati dal filo comune della società estense di quegli anni. L'occhio dell'autore si appassiona alle vicende narrate ed indugia in particolar modo sulla gioventù, dimostrando un'attenzione precisa e sempre affettuosa. Al lettore consiglio di non aver fretta di terminare i racconti e di assaporarne il gusto lentamente, come la seconda "ombretta di bianco", che non serve a togliere la sete ma a gustarne il sapore fino in fondo oppure come la terza ... che aiuta a guardare dentro a sé stessi.
Carlo Gallana